Aumentare il traffico in store, governare tutti i touchpoint digitali dei punti vendita e fornire informazioni dettagliate e aggiornate al cliente finale. Questi gli obiettivi di RetailTune, realtà divenuta punto di riferimento per retailer di molteplici settori, dalla moda, al food, ai servizi, legati dalle stesse esigenze: fare ordine tra le varie informazioni di cui dispongono in relazione ai propri punti vendita, affinare la loro geolocalizzazione e, soprattutto, guidare traffico in store.
RetailTune è una piattaforma che gestisce in maniera centralizzata dati riguardanti i punti vendita fisici e campagne drive to store organiche a costo zero, i brand riescono a presidiare e governare tutti i touchpoint digitali e a farsi trovare nel posto giusto al momento giusto. Infatti, grazie a una geolocalizzazione puntuale, RetailTune intercetta gli utenti in tempo reale, li ingaggia e li porta verso il punto vendita più vicino, facilita il contatto e il dialogo tra il negozio e il cliente, offrendo un’esperienza d’acquisto e un livello di servizio best-in-class, tra cui quello di booking e concierge, prima e dopo aver varcato la soglia dello store fisico.
Una realtà che si posiziona come massima espressione dell’innovazione tecnologica e strategica del digital marketing al servizio dei retailer. Innovazione che, oggi, porta le attività di consulenza anche verso il mondo dei multibrand store, in un’epoca in cui il comparto wholesale sta inevitabilmente soffrendo molteplici fonti di competizione.
Tra le aziende che hanno scelto RetailTune occorre citare, Pinko, Gaudi, Momoni, Attic&Barn, Oof wear, Liu Jo, Dan John, NaturaSì, Gruppo Gabrielli, Altromercato, Nashi Argan, Thun e SKY.
Abbiamo avuto il piacere di intervistare Claudio Agazzi, che oltre a essere il fondatore di RetailTune è titolare di società di consulenza nel campo delle strategie digital e del web design, con un’esperienza decennale nel settore.
Può raccontarci il motivo principale che porta il mondo del retail moda a collaborare con una realtà come RetailTune?
Il mondo del fashion è un mondo molto dinamico che evolve velocemente. Altrettanto dinamico è il percorso degli utenti in questo settore, che oggi più che mai richiedono informazioni immediate e personalizzate. Un utente che guarda online i prodotti di un brand ci dà un’informazione molto semplice: ci sta dedicando parte del suo tempo; abbiamo la sua attenzione.
E cosa devono fare le aziende in quel determinato istante? Devono sapere come coinvolgerlo e come coccolarlo. Con RetailTune, grazie anche all’esperienza come Digital Advisor per altri fashion brand, abbiamo sviluppato gli strumenti idonei per intercettare questi utenti nel posto giusto al momento giusto per offrirgli un’esperienza d’acquisto esclusiva e tailor made.
In un sistema di comunicazione complesso e invasivo come quello attuale quali sono gli strumenti principali che possiede un brand per guidare il consumatore finale in store?
La comunicazione Drive to Store che gestiamo non è aggressiva e di tipo push, non disturba la navigazione dell’utente.
È pull, ovvero una comunicazione volta a facilitare la navigazione e la ricerca dell’utente. Uno degli strumenti più importanti attraverso cui l’utente entra in contatto con il brand è il sito corporate, su cui ogni giorno transitano migliaia utenti interessati ai prodotti. Potenziali clienti, che potrebbero concludere un acquisto online o offline, in un negozio monomarca o multimarca. Avere uno strumento che in quel momento mostra il punto vendita più vicino che ha disponibile quel determinato prodotto rappresenta un elemento strategico per il Drive to Store. Non solo, dare la possibilità di riservarlo in store, oppure di essere avvisato quando ritornerà disponibile in caso di taglia/colore mancante rende l’esperienza d’acquisto ancora più coinvolgente. Da non sottovalutare l’importanza delle schede Google Business Profile per ciascun negozio che se presidiate con informazioni aggiornate e complete, promozioni ed eventi possono contribuire notevolmente a stimolare il traffico in store. Per gli utenti social addicted, ci sono le Facebook Locations ovvero pagine locali, una per ciascun negozio, collegate alla pagina madre contenenti le informazioni di ciascun negozio come orari, indirizzo, contatti, immagini, descrizioni e post che se gestite in modo strategico, possono contribuire a incrementare il traffico in punto vendita. Questi strumenti sono solo alcuni dei più importanti su cui i brand devono lavorare per comunicare con gli utenti e sfruttare le potenzialità del Local Digital Marketing.
Facciamo un esercizio, ci può indicare i passaggi mentali precisi, inclusi errori usuali, che secondo la sua esperienza compie un cliente che vuole acquistare, ad esempio, una giacca invernale del brand X. Dove interviene Retail Tune?
Più che gli errori dei clienti, sono gli errori dei brand che devono far accendere un campanello d’allarme. Il comportamento dei clienti è sempre più variabile e imprevedibile, c’è chi fa ricerche online per poi acquistare nei negozi fisici, il c.d. webrooming; c’è chi fa il contrario, quindi fa ricerche offline e poi acquista online, il c.d. showrooming e poi c’è chi acquista online e ritira in negozio, il c.d. BOPIS – Buy Online Pick Up In Store, sempre più in crescita nell’ultimo anno. All’interno di questo contesto, i brand devono saper reagire con rapidità e soprattutto con consapevolezza per offrire all’utente un’uniformità nell’esperienza d’acquisto, indifferentemente dal canale di preferenza.
State approcciando anche il mondo dello sport e i retailer di sneaker?
RetailTune è una soluzione estremamente trasversale e abbiamo clienti dei settori più diversi: dal fashion alla GDO, dai servizi alla cosmetica. Riusciamo a offrire servizi tailor made per ogni cliente. Stiamo realizzando sinergie tra rete di vendita e brand, non importa che siano grandi catene retail o piccoli store. L’obiettivo è quello di far trovare il prodotto ricercato in uno qualsiasi dei punti vendita vicino all’utente. Possiamo definirlo un product finder. L’obiettivo è sempre quello, soddisfazione del consumatore che acquista il prodotto dove vuole con il metodo preferito.
Ci spiega in una sola frase cosa vuol dire omincanalità?
Le voglio dare una definizione poco digital: apertura mentale, ascolto e sperimentazione. Apertura mentale perché per tanto tempo, ed ancora oggi, assisto a progetti definiti multicanale ma che ancora sono figli di impostazioni dell’inizio degli anni 2000. Un esempio su tutti i totem in punto vendita. Ascolto perché come abbiamo detto prima è il consumatore che decide dove acquistare. Il brand deve ascoltare e soprattutto essere bravo nel farlo. Sperimentazione perché in un mondo così mobile la soluzione che abbiamo pensato ieri è già vecchia. Occorre tenere le antenne ben tese e sfruttare tutto quello che la tecnologia mette a disposizione.
Presenzia a molti convegni e Master, quanto è importante la formazione?
La formazione è alla base di tutto, per questo uno dei nostri obiettivi è quello di creare una cultura diffusa: tra gli studenti, tra gli operatori di settore, tra le aziende. Il local digital marketing è fatto di una serie di azioni che hanno a che vedere con il buon senso aristotelico; non è così complicato comprenderle, ma è estremamente difficile superare le barriere delle convenzioni. Ciò che è stato fatto per anni diventa una routine consolidata e bisogna spezzare la routine per introdurre una diversità.
Diversità che non sempre è innovazione, ciò che spesso dico ai mei colleghi è che non stiamo creando nulla di nuovo rispetto alla comunicazione fatta ai inizio del secolo quando l’uomo sandwich indicava la promozione nel negozio vicino. Ci piace fare formazione, il prossimo 22 e 23 ottobre abbiamo organizzato un breve master con la 24 ore Business School per parlare di Strategie Drive to Store e affronteremo temi molto caldi: cos’è il Local Marketing e i concetti di omnicanalità.
Ci descrive lo store del futuro?
Non parlerei di store del futuro ma di store del presente, fatto di persone, prodotti, tecnologia e soprattutto capace di evolversi per offrire al cliente il miglior servizio, la migliore cura, la migliore esperienza, insomma, la migliore storia.